Brilliant Orange. Il genio nevrotico del calcio olandese by Winner David

Brilliant Orange. Il genio nevrotico del calcio olandese by Winner David

autore:Winner, David [Winner, David]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


23. Maestro del palleggio «sospeso», Abdellah Belabbas è entrato nel Guinness dei Primati facendo 219 palleggi senza toccare terra con i piedi. [n.d.t.]

24. Ovvio riferimento al film Arancia meccanica; in spagnolo il termine naranja significa sia «arancia» che «arancione». [n.d.t.]

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L’UNDICESIMO COMANDAMENTO

Non esiste medaglia migliore che essere acclamati per il proprio stile.

Johan Cruijff

«Vincere non è la cosa più importante. La cosa più importante è giocare una buona partita». È quasi impossibile immaginare che un allenatore della Premier League pronunci una frase del genere (lo stesso, inutile dirlo, vale per la Germania, l’Italia e la Spagna). Eppure queste sono le parole di uno degli allenatori più intelligenti, ammirati e amati di tutta Olanda, Foppe de Haan. De Haan, che ha passato quindici anni a traghettare la piccola squadra frisone dell’Heerenveen fino alle vette del calcio olandese, e a tenerla poi a quei livelli, non è un’eccezione. La grande maggioranza degli allenatori, giocatori, giornalisti e tifosi olandesi la pensano esattamente allo stesso modo. Johan Cruijff toccò delle corde profonde durante la Coppa del Mondo del 1998, quando disse che la sua meravigliosa squadra del totaalvoetbal, a dispetto della finale persa nel 1974 contro la Germania, aveva in un certo senso conquistato una vittoria, poiché aveva giocato un tipo di calcio di cui tutto il mondo ancora parla. Gli olandesi guardano dall’alto in basso le tattiche ciniche e difensive delle varie Italia, Spagna, Argentina e Belgio. Gli inglesi vengono considerati stupidi. E lo stile tedesco è talmente «brutto» (ossia: difensivo, basato sulla forza fisica e sulla corsa incessante) da essere deplorevole. Vincere a ogni costo e con ogni mezzo necessario è vista come una cosa vergognosa e indecente.

«Il decoro è una caratteristica molto radicata e molto olandese», spiega lo scrittore Auke Kok. «E questo vale anche per la cultura calcistica olandese. Se fai qualcosa, lo fai “decorosamente”. Tieni puliti i pavimenti. Tieni pulite le finestre. Tieni pulito il gioco. Questo ideale di purezza ha consentito all’Olanda di conservare il decoro sin dal Diciassettesimo secolo, perciò qui da noi si esige un gioco pulito. Anche quando ha avuto un allenatore inglese, l’Ajax non ha mai giocato il famigerato calcia-e-corri; e lo stesso vale per chiunque altro in Olanda. Ai tifosi non piace quando i giocatori dell’Europa meridionale vengono qui a tuffarsi. Machlas [un attaccante greco] o Dani [portoghese] dicono: “A casa nostra se otteniamo un calcio di rigore siamo degli eroi”. Ma in Olanda al pubblico questo non piace affatto. Se un difensore inglese calcia la palla in tribuna, riceve un applauso caloroso. Prova a farlo qui e ti fischiano i tuoi stessi tifosi. Viene vista come una cosa deleteria. In qualunque squadra olandese i difensori, portiere compreso, devono sapere come si gioca a calcio».

Giocare in modo bello e offensivo per gli olandesi è diventato l’Undicesimo Comandamento. Le tattiche difensive sono state disprezzate per un’intera generazione. Nel 1977 lo stimato allenatore jugoslavo Tomislav Ivić vinse il campionato con l’Ajax e venne prontamente licenziato. Il suo crimine? Far giocare un calcio difensivo. Il nome di Arie



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